Rugby brothers

Aggiornamento 18 Gennaio 2023
Ciò che scrivo è esclusivamente ispirato dal cuore e dal trasporto che le emozioni e le suggestioni mi evocano; questo per dire che non mi esprimo come una sorta di automa wikipediano che scrive pedissequamente ed asetticamente senza alcun trasporto e sentimento (e se il blog sta piacendo credo, e spero, che sia proprio perché basato su sensazioni che sbloccano ricordi non sempre vivi – meglio così altrimenti avremmo tutti una mela morsicata sulla fronte). Fatta questa piccola precisazione, e senza alcun riferimento a quanto sopra, faccio ammenda e chiedo umilmente perdono perché ho omesso di nominare dei fratelli rugbisti:

Riccardo e Federico RENIER fratelli ed anche figli d’arte (papà Roberto)
Michele ed Andrea PELLEGRINI.

Fratelli di rugby: fuori dal campo e dentro di esso

Al netto del legame anagrafico, quando si scende in campo si hanno altri quattordici fratelli, cioè coloro che indossano la tua stessa maglia. Senza alcun timore di smentita mi sento di affermare che il rugby è quello sportche, più di altri,sembra privilegiare le parentele. Fra queste, principalmente quella dei fratelli di sangue. Nessuna predisposizione genetica, solo appartenenza, amore e fede: “shouder to shoulder”, canterebbero gli irlandesi.

Può sembrare banale ma non lo è affatto, perché scendere in campo con tuo fratello evoca emozioni e suggestioni uniche e impareggiabili. Se il fratello maggiore protegge, quello minore vuole dimostrare che si può fare affidamento anche su lui. L’eterna sfida tra chi dei due o, perché no, anche tre, a chi sia il più forte, il più bravo e il più talentoso, viene di continuo riaccesa, ma senza invidia e rivalità. Io, personalmente, con mio fratello Danilo risolvevamo tutti i grattacapi del caso dandocele di santa ragione in campo, eppure eravamo sempre pronti a sacrificarci l’uno per l’altro qualora fosse stato necessario.

Di esempi, il mondo della palla ovale, ne è pieno: dai più famosi AllBlacks Bauden, Jordie e Scott BARRET, Julian ed Ardie SAVEA, quindi la dinastia dei Samoani Alesana, Manu, Henry, Freddy, Anitele’aTUILAGI, fino ad arrivare ai nostri Mauro e Mirko BERGAMASCO, a Manuel e Denis DALLANe più giovani Paolo e Gabriele GARBISI e Niccolò e Lorenzo CANNONE, tanto per citarne alcuni.

Anche l’Avezzano Rugby ha sempre contribuito alla conferma di questa teoria annoverando nelle sue fila una serie numerosa di fratelli. Farò un elenco dettagliato, sperando di non tralasciare nessuno.

Dalla vecchia alla nuova generazione

Partiamo dalle origini con:

Lorenzo e Pierluigi CONCIA,
Massimo e Mario CAPRANICA,
Aristide e Walter AMICUCCI,
Alberto e Vittorio SANTUCCI,
Loreto ed Alessandro SORGI,
Andrea e Carlo TINARELLI,
Stefano e Fabio GALLESE,
Francesco ed Ivan LANCIA,
Danilo e Lamberto RANALLETTA.

Poi le nuove generazioni:

Generazione di mezzo:
Fausto, Pietro e Federico MARI,
Marco e Gabriele DE SIMONE,
Massimo e Stefano CASELLA,
Pierluigi e Cristiano FEDELE,
Marco e Domenico CIAFFONE,
Giuseppe e Giuliano ZAMPINI

Generazione dell’estro:
Mario e Maurizio BABBO,
Antonio, Davide e Massimo PRIVITERA,
Stefano e Paolo BAIOCCHI,
Rolando e Gigi PORRETTA,
Matteo e Marco DI CARLO,
Matteo e Carlo DI FRANCESCO,
Lino e Giorgio GUANCIALE,
Antonio e Luca BERARDI,
Francesco TACCONE,
Angelo e Mattia LUCA,
Fabio e Marco SANTUCCI,
Adelio e Mirko PIETRANGELI.

Generazione moderna:
Simone e Roberto LANCIOTTI
Gabriele e Valentino SANTUCCI,
Francesco e Giuseppe VOLPE,
Paolo e Luca FARINA,
Roberto e Matteo PUJIA,
Gianluca e Federico BABBO,
I gemelli Flavio e Michele CIMARRA,
I gemelli Giovanni e Pierpaolo ANGELOZZI,
Stefano e Riccardo PALLESCHI,
Lorenzo e Gianluca AMICUZI,
Gianluca e Giuseppe GROSSI,
Daniele e Luca STERPETTI,
Lorenzo e Riccardo DI MATTEO,
Luciano e Mario LISCIANI,
Domenico e Daniele CIPRIANI,
Maichol e Nicholas NANNI,
Davide e Mirko DI CLEMENTE

Un’evidenza lameritano anche i “Ragazzi di Celano” come li appellava il presidentissimo Angelo Trombetta. Pur avendo solo una coppia di fratelli (Diego e Fabio PESTILLI), il folto gruppo di Celano approdato ad Avezzano ha dato subito la sensazione di essere un gruppo di fratelli di sangue. I già citati fratelli PESTILLI, il caro Checco ULANIO, Vanni RANIERI, Giorgio PESTILLI, Giancarlo SOCIALI, Flavio MONTAGLIANI, Gabriele MARCANIO, Rodrigo CAROSO, Domenico DI BERNARDO, Nazzareno TIBERI, Pasquale EVANGELISTA, Loreto MARCANIO, Germano BERNARDI,Remo DEL CORVO, Livio VICARETTIe i più giovani Gianluca DEL CORVO, Ulderico IACUTONE e Paolo CALI’, Edmondo PIZZARDI per atteggiamento, spirito di squadra, caparbietà e disponibilità verso il compagno hanno dimostrato di essere una vera e propria famiglia.Un esempio!

Una citazione doverosa per Mauro e Riccardo ZINGARELLI (protagonisti della nostra storica prima promozione in serie B), Gino e Vincenzo TROIANI (attuale nostro coach), Nicola e Giorgio RETTAGLIATA (nostro attuale atleta).

Genitori e figli

La lunga teoria si estende anche ai “figli d’arte:

Mattia SORGI (papà Loreto),
Giovanni RANALLETTA(papà Danilo),
Antonio PELINO (papà Valentino),
Matteo LANCIA (papà Carlo),
Davide MONTAGLIANI (papà Flavio),
Lorenzo e Riccardo DI MATTEO (papà Gianni, Giangiotto a mio avviso il migliore n.8 di scuola Avezzano Rugby),
Luca AMICUCCI (papà Aristide),
Eddy AMICUCCI (papà Walter),
Roberto DE CIANTIS (papà Pasquale),
Simone CORAZZA (papà Carmine),
Mattia TINARELLI (papà Andrea)
Claudio CAPODACQUA (papà Giovanni).
Bruno LANCIA (papà Francesco),
Lorenzo RANALLETTA (fino a che non mi “tradisse”con il calcio),
Alessandro TROIANI (nostro attuale atleta) (papà Vincenzo).

Infine non posso esimermi, di inserire tra questa lista, Domenico ULANIO, atleta dell’U 11 figlio del grandissimo CHECCO. Spero di averne dimenticati il meno possibile ma sappiate che sarete sempre nei cuori di chi come voi ha scelto il rugby come una priorità della vita. Questa lunga sequenza di nomi dimostra che il rugby, coinvolgente disciplina, attira intere famiglie, figli, padri che diventano accompagnatori ed a volte anche “giocatori Old”, mamme tifose sfegatate che si prodigano per i terzi tempi e nonni che osservano orgogliosi i propri nipoti giocare. Genitori avvicinate i vostri figli alla nostra disciplina fa bene al fisico, all’anima, ma soprattutto al cuore.

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