Quando lo scorso ottobre i miei amici Lorenzo Panceri e Alessandro Seritti, rispettivamente in qualità di consigliere e presidente dell’Avezzano Rugby, mi proposero di realizzare un blog accettai immediatamente e senza riserve, con trasporto ed entusiasmo. La cosa mi riempiva, e mi riempie, di orgoglio poiché mi rendevo conto che, in qualche maniera, ero identificato come uno dei testimoni della storia dell’Avezzano Rugby. Quando però metabolizzai il tutto, non posso nascondere che su di me ricadde la più classica delle apprensioni.
Da dove iniziare questo percorso? Cosa scriverò? Sarò all’altezza? Potrà mai interessare a qualcuno? Sarò in grado di raccontare la prestigiosa storia della squadra di rugby della mia città?
Tutti quesiti a cui avrei avuto risposta solo scrivendo il primo capitolo del blog. Ma quale argomento trattare? Ero indeciso. Alla fine capii che dovevo spiegare in modo esauriente al potenziale lettore da dove nasceva il mio amore per la disciplina più bella del mondo. Dunque realizzai la mia “opera prima” dal titolo Perché amo il rugby.
Ero moderatamente soddisfatto, scrissi il pezzo di getto tutto d’un fiato e capii che la mia penna era comandata dal cuore. Ora, però, mi ero esposto, aspettavo con ansia qualche riscontro che non tardò ad arrivare. Ci furono reazioni molto positive… il blog era piaciuto. Tanti vecchi compagni di squadra si complimentarono perché si ritrovavano anche loro nei miei racconti. Dunque potevo dare seguito a questa avventura il numero zero era andato bene. Adesso si che mi trovavo “nei guai”.
La collaborazione con Federico, addetto stampa, e Roberto, visual designer, dell’Avezzano Rugby sono stati fondamentali. Senza di loro non sarei stato in grado di realizzare nulla.
I più sentiti emotivamente sono stati Du parole ricordo di una brava persona, il ricordo del Presidente Angelo Trombetta e Lettera ad un amico dedicato a Giovanni Stornelli. Esaltanti per i ricordi evocati i pezzi sulle promozioni storiche la prima serie B e la prima serie A. Interessanti, per capire come eravamo, i blog sulla Teoria del campo e La storia dei colori. I più coinvolgenti, per quanto mi riguarda perché trattano del mio rapporto con i ragazzi, I nostri Azzurri e Rugby Brother’s e Missione allenatore. Esilarante fu Funny memories e informativo fu Gergo del Rugby. Divertente ma non superficiale fu invece Essere Old.
Insomma, con presunzione credo di avere fatto un discreto lavoro, di avere sbloccato tanti bei ricordi, di aver portato a conoscenza del tifoso e simpatizzante tanti aneddoti e tanti particolari di vita rugbistica. Mi sento, nel mio piccolo microcosmo, parte integrante del progetto.
I numerosi attestati di stima e fiducia da parte della società, degli atleti, degli allenatori (mi hanno concesso l’onore della consegna delle maglie alla prima giornata di campionato) e di tutti gli altri amici che si adoperano per l’attività, sono delle iniezioni di fiducia enormi. Non vi libererete facilmente di me, seguiranno a breve altri blog dove rivivremo insieme altre pagine della nostra storia. Grazie di cuore a tutti.
Il vostro Lambo
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Grazie Lamberto, ormai è un appuntamento fisso, importante per tutti noi. Continua così a ricordarci cos’è il Rugby
Grazie a te Roby
Non solo una bella rubrica come si sarebbe detto una volta, ma anche uno stile di scrittura sorprendente. Ti conosco da quando eri bambino è non avevo mai notato questa tua propensione alla scrittura, emozionante, asciutta e molto efficace.
Grazie Generoso è facile scrivere quando la penna e’ ispirata dal cuore
Bravo Lamberto continua così
Riccardo amico mio grazie di cuore