Ogni maledetta domenica

maglie avezzano rugby

Oltre 350 partite da giocatore altre 150 da allenatore fanno un totale di 500 domeniche dedicate al rugby. Non le ricordo naturalmente tutte però vi garantisco che ho centinaia di ricordi. La prima trasferta la ricordo perfettamente anno 1977/78 credo fosse ottobre 77 io poco più che 12enne andavo in trasferta a Jesi. L’USA Rugby doveva giocare sia con la giovanile (ricordo che le under non esistevano allora)che con la prima squadra. Io allora ero troppo giovane e facevo solo il tifoso. Purtroppo perdemmo entrambi gli incontri ma mi resi conto che quella non fu la mia prima ed ultima trasferta.

Le nostre storiche sedi

Per le trasferte si partiva dandosi appuntamento alla sede della società. La prima storica sede degli USA Rugby era sita in Corso della Libertà (foto sx)per noi neofiti rugbisti era diventato un po’ un punto di riferimento. Era molto frequentato dagli atleti e dalle atlete di tutte le discipline della polisportiva USA Avezzano e naturalmente  noi rugbisti eravamo considerati I figli terribili della famiglia.

La società organizzava eventi, come si dice adesso allora si chiamavano manifestazioni, in particolare la Marcialonga Natalizia. Noi tesserati eravamo tutti coinvolti nell’organizzazione delle manifestazioni. Un’altra sede storica è stata quella di via Benedetto Croce (foto dx) in prossimità del Municipio infatti l’appuntamento per la partenza era al Bar Samurai.

Naturalmente le partenze non erano mai in orario perché c’era da aspettare sempre I soliti ritardatari (Pasqualone cintura nera di ritardo).
La disposizione dentro il pullman era:
I primi posti riservati agli allenatori ed agli accompagnatori, poi un paio di file vuote, quindi le file occupate dai moderati, di seguito I sedili occupati da quelli che volevano diventare “delinquenti”, quindi le ultime file occupate dai “criminali”e per ultimo la poltroncina quella in fondo al pullman occupata dai “fuorilegge”.

Un aneddoto “stupidamente divertente “, quando salivamo in autobus io diventavo Yari, il figlio di Albano e Romina, che erano rispettivamente “interpretati”da due altri folli fratelli di rugby. A proposito all’epoca c’erano anche I primi pranzi sportivi presso il ristorante Ve’Ve’ appunto di Pasqualone che qualche volta riusciva ad arrivare in ritardo anche in quelle occasioni. (ndr amo Pasqualone).

Mi mancano maledettamente quelle “maledette domeniche “più di 500 domeniche regalate al rugby ne regalerei altre mille senza nessuna remora. La più dolce “maledizione”che si possa ricevere

Evviva Maria

coro evviva maria - festa della madonna di pietracquaria

Nella settimana della Pietraquaria non potevo esimermi da scrivere qualche rigo in suo onore. Come precedentemente detto in altri blog, la Madonna, oltre ad essere protettrice di Avezzano,  è stata scelta anche da noi come nostra “salvatrice “.
“Evviva Maria, Maria di Pietraquaria, la diva immortale che tanto ci amo’” riecheggia in pullman ad ogni partenza per una trasferta.

Per intonare il canto bisogna rispettare dei punti ben precisi del percorso. Secondo di dove ci si reca per esempio se imbocchiamo l’autostrada da via Roma il punto è il passaggio a livello nei pressi di Cesolino, se andiamo verso la zona nord il limite è il ponte della Vivenza, se invece si va verso Celano appena si svolta , da Via dei Gladioli, su via XX settembre, se invece si va verso Sora il limite è il passaggio a livello subito prima della salita che porta al Santuario. Bisogna essere precisi perché la scaramanzia impone questo.

I Focaracci

Staff Festa della Madonna di Pietracquaria - Avezzano Rugby

La Festa è preceduta da una veglia notturna, con accensione di fuochi (i cd. focaracci) in tutta la città intorno ai quali si riuniscono i cittadini per cantare, suonare, e mangiare insieme.

Anche l’Avezzano Rugby ha il suo focaraccio:

Tutto nacque I primi anni 2000 avevamo la location, il campo di Via dei Gladioli, adatta e ci organizzammo per stare insieme la notte del 26. Il focaraccio era simbolico in quanto perché per ragioni ovvie di sicurezza realizzammo il fuoco dentro ad un fusto di lamiera. Però non mancavano da mangiare e soprattutto da bere. In breve tempo il Focaraccio del rugby è diventato il più frequentato ed il più bello e grande della città.
Migliaia di giovani si riversano ogni anno nella nostra struttura.

L’organizzazione dell’evento, molto impegnativa è gestita dalla società con la fattiva partecipazione di tutti I ragazzi atleti dell’Avezzano Rugby. Il Focaraccio Giallonero è diventato un’ istituzione entrando di diritto nel tessuto sociale della nostra Città, nella speranza che non si possa mai perdere nei meandri della burocrazia, in considerazione che è l’unica tradizione rimasta.

Brigante se more.

Faccio un volo pindarico (ma neanche troppo) perché la Ballata appunto “Brigante se more”, alla pari di “Evviva Maria “ e senza confondere il sacro con il profano, fu da noi scelta come nostro “inno”che si intonava per festeggiare vittorie ed in caso di accadimenti particolarmente sentiti. Ho sempre ritenuto che i due canti fossero legati da un fil rouge emotivo molto profondo. Ritengo che noi rugbisti siamo un pò Briganti nell’ accezione buona del contesto. Se analizziamo il testo ci sono tante similitudini.
I briganti difendevano il loro territorio ad ogni costo.

Noi rugbisti difendiamo il nostro territorio, la nostra area di meta ad ogni costo.
“Tutt’ e païse da bas’l’cat’ Se so’ scetat’ e mo stann’ a luttà Pure a calabbria mo s’ è arravutat’ E ‘stu nemic’ o facimm’ tremmà”

Quello che si evince dal testo è che per combattere c’è bisogno di essere uniti, così come nel rugby dove uno è nessuno. Forse ho azzardato uno scomodo paragone ma per vostra curiosità leggete il testo di “Brigante se more” e scoprirete qualche similitudine.

Amici, per questa stagione è tutto!

È stata una fantastica avventura, non immaginavo minimamente di arrivare a scrivere 19 pezzi ma soprattutto non pensavo di suscitare tante emozioni e tanto interesse, ho affidato la mia penna al cuore ma il grande merito è tutto della magia del rugby.
Ringrazio Alessandro e Lorenzo che mi hanno dato la possibilità di raccontare il rugby Giallonero. Un sentito ringraziamento a Federico e Roberto che mi hanno supportato e sopportato, senza di loro non avrei realizzato nulla.
Per ultimi ma non ultimi ringrazio tutti Voi Amici che avete apprezzato i miei racconti.

Ad majora semper.

Lambo


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2 risposte a “Ogni maledetta domenica”

  1. Billissimi racconti che hanno “rinfrescato” ricordi dei trascorsi Rugbystici. Un grazie Lambo a te e preparati per la prossima stagione per altri racconti. Grazie di cuore ❤

    1. Grazie Robe’ è stato un privilegio raccontare il rugby Giallonero.
      Torneremo la prossima stagione con idee nuove..
      Grazie ❤️

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