Funny memories… aneddoti di vita da rugbista

Danza Haka

Nel 1993 il nostro allenatore era il samoano Ivan Tasi a cui, oltre che un’importante crescita tecnica, va attribuito il merito di averci insegnato il concetto di “senso di appartenenza” e di avere introdotto nel nostro ambiente un punto di ritrovo dove incontrarsi, intrattenersi e confrontarsi: la club house. Quindi prendemmo in affitto (autotassandoci) un locale in via M.A. Colonna. Fu lì che nacque la prima club house dell’Avezzano Rugby.

Tornando a Ivan Tasi: nei due anni di permanenza ad Avezzano, sua moglie Audrey diede alla luce il loro quarto genito, Matt, un lieto evento che portò gioia ed allegria in tutta la squadra. Sempre nel 1993 la Rugby Roma ingaggiava due All Blacks: Wayne Shelford, maori, già capitano della Nuova Zelanda con 40 caps, e Walter Little, anche lui maori con 50 caps, da noi affettuosamente chiamato Renato per via della somiglianza con il nostro conosciutissimo concittadino Renato “centolippe” Di Natale.

I due All Blacks, data la fraterna amicizia con Ivan, oltre a partecipare spesso ai nostri allenamenti, furono anche gli ospiti d’onore del battesimo di Matt a cui prese parte anche il resto della squadra. Lascio alla vostra immaginazione come gonfiammo il petto. Essere fianco a fianco con due miti del rugby, bere, ridere e scherzare con loro, per noi ragazzi malati di rugby era il coronamento di un sogno sportivo. Sogno che divenne “delirio” quando decisero con Ivan di eseguire la haka, la tipica danza del popolo maori ed un must per tutti i rugbisti. Un aneddoto scolpito indelebilmente nei nostri cuori e nelle nostre menti.

Baffi da Movember

“Movember” è un evento annuale che si svolge nel corso del mese di novembre. Durante questo periodo gli uomini che vi aderiscono si fanno crescere dei baffi per raccogliere fondi e diffondere consapevolezza sul carcinoma della prostata ed altre patologie. L’evento è molto sentito dai rugbisti, in particolare da quelli dell’emisfero sud. Sdoganato in Europa anche noi giocatori dell’Avezzano Rugby, negli anni della gestione tecnica di Ivan Tasi, aderimmo all’iniziativa. Da bravi giocherelloni decidemmo di dare anche un aspetto goliardico all’evento. Tasi aveva dei baffi importanti e per scimmiottarlo, anche noi giocatori, decidemmo di farceli crescere.

Sfoggiammo i nostri mustacchi in occasione di una partita di campionato, ma sorgeva un problema: non a tutti la barba ed i baffi crescevano rigogliosi. La soluzione fu partorita dalla mente diabolica di Paolo Santucci il quale propose, a chi i baffi non li aveva, di disegnarseli con il sughero annerito con il fuoco, come si faceva a carnevale per intenderci. Così facemmo, e tanti di noi scesero in campo con i baffi disegnati. Lo stupore, misto a sorpresa ed incredulità, dell’arbitro al momento del riconoscimento fu palese ma anche molto divertente. Anche gli avversari non credevano ai loro occhi. Spiegammo loro la “zingarata” e tutto terminò con sane e grasse risate.

Avezzano rugby special guest

Campionato 1984-85, partita contro Ceccherelli Rugby (oggi Villa Pamphili), ore 11 fischio d’inizio presso campo “Tre Fontane Roma Eur”. Orario un po’ anomalo, anche a Roma c’era carenza di strutture, quindi ci si adattava. Partenza come di solito in ritardo, ma arrivammo più o meno puntuali. Partita sonnacchiosa (di domenica mattina era impossibile trovare trenta giocatori di rugby svegli e pronti) che comunque riuscimmo a vincere con qualche difficoltà. L’allora presidente Ciavaglioli ebbe l’idea, come premio partita, di portarci al luna Park Eur che si trovava proprio di fronte al Tre Fontane.

Naturalmente, pur essendo tutti maggiorenni e vaccinati, sembravamo una scolaresca in gita. Fatti i nostri giri sulle varie attrazioni, si era fatta “una certa” e lo stomaco brontolava. Adocchiato un bar/ristorante, entrammo nel locale per mangiare qualcosa ma, nel frattempo, notammo che nel ristorante c’era in corso un pranzo di matrimonio. Restammo in disparte, la festa era un tantino moscia, però è difficile che una squadra di rugby potesse passare inosservata, quindi, non ricordo precisamente come andò, ma qualcuno ci invitò solo per un saluto agli sposi.

Nell’arco di cinque minuti ci ritrovammo a ballare con la sposa, ad assistere al taglio della torta ed a partecipare alla degustazione. Per farla breve l’Avezzano Rugby diventò lo special guest del matrimonio. Ricordo perfettamente che, uscendo dal ristorante, c’era un buffet di frutta che saccheggiammo, e uno di noi (di cui ricordo benissimo l’identità, ma che non svelerò in questa sede) prese come “bomboniera” un rigoglioso casco di banane che divorammo sul pullman. Una delle più esilaranti zingarate della storia. Sono di parte, quindi probabilmente non obiettivo, ma solo dal rugby possono scaturire questi esilaranti aneddoti.

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2 risposte a “Funny memories… aneddoti di vita da rugbista”

  1. Formidabile, come aneddoto, a proposito di All Black, fu il grido di incitamento di uno (se non il primo) dei presidenti dell’Usa Rugby, Zauri, il quale rivolgendosi alla squadra, durante una partita in cui l’Avezzano indossava la storica maglia nera con due bande orizzontali bianco-verdi, confuse – uomo maturo ma ancora rugbista inesperto – i suddetti All Black con i New Trolls. Infatti dopo una formidabile giocata conclusa con una meta urlo: forza vaju me sembrete i New Trolls!

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